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La depressione delle madri prima e dopo il parto

Le nuove raccomandazione dell’Istituto superiore della Sanità. Screening e trattamento evidence based

A dicembre 2023, L’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato sul sito dell’ISS-SNLG le nuove linee guida, evidence-based, riguardo alla prevenzione, allo screening ed al trattamento della Depressione Perinatale (PPD). Tali linee guida sono state formulate dal gruppo di lavoro multidisciplinare (Riseup-PPD) che, dal 2019 al 2023, ha coinvolto numerosi ricercatori e professionisti impegnati nella promozione della salute delle donne nel periodo perinatale, provenienti da 31 Paesi europei, tra cui l’Italia.

Che cos’è la Depressione perinatale? Quanto è diffusa?


L’American Psychiatric Association definisce il Disturbo Depressivo con esordio nel peripartum, come un episodio di depressione con esordio durante la gravidanza o durante le prime quattro settimane dal parto. Diversi studi invece concordano sul fatto che la Depressione Perinatale può interessare la donna a partire dalla gravidanza fino al primo anno di vita del bambino.
La sintomatologia del disturbo depressivo del peripartum, presenta alcune variazioni significative rispetto ai sintomi depressivi “classici”, e nel quadro clinico possono presentarsi anche:
• un innalzamento dell’ansia,
sintomi psicomotori come rallentamento o incapacità di stare fermi,
• pensieri ossessivi,
• difficoltà nel prendere decisioni e nella concentrazione,
• affaticamento e perdita di energia,
• sentimenti di colpa legata al pensiero di non essere una buona madre.

Minore infine sembra essere l’ideazione suicidaria e più lieve la flessione dell’umore rispetto alla depressione unipolare. A livello globale si stima che la prevalenza della PPD sia del 17.4% con variazioni significative rispetto ai diversi paesi considerati ed in base allo strumento di assessment utilizzato.

Quali sono i fattori di rischio per lo sviluppo della PDD?


Tra i fattori di rischio per la Depressione Perinatale troviamo:
• un basso status socio-economico,
• una gravidanza non pianificata,
• una storia di disturbi mentali,
• una storia di violenza,
• la presenza di grave sintomatologia legata alla sindrome premestruale,
• il diabete gestazionale,
• l’anemia durante la gravidanza,
• un parto pretermine,
• una certa suscettibilità individuale al calo drastico dei livelli ormonali.

Quali conseguenze ha la PPD?


L’impatto della Depressione perinatale risulta negativo sia per la salute della donna, sia per quella del bambino sia per la qualità dell’interazione tra mamma e bambino.
Tra le conseguenze della Depressione Perinatale ci sono:
• basso peso alla nascita,
• difficoltà nel “bonding”, cioè nella possibilità di instaurare con il proprio bambino quel legame specifico e permanente che porta la mamma a allattarlo, cullarlo, ma anche a proteggerlo, a non trascurarlo e a non abbandonarlo,
• difficoltà nell’allattamento al seno,
• infine, bambini con mamme che hanno sofferto di depressione perinatale, possono manifestare da più grandi, problemi cognitivi, emotivi, comportamentali e di linguaggio.

Il disturbo impatta negativamente inoltre anche sulla salute del padre che può presentare anch’egli sintomi depressivi e risulta avere conseguenze negative per l’intero sistema famiglia.

Come prevenire, fare lo screening e trattare la Depressione Perinatale?


Nella ricerca del gruppo di lavoro Riseup PPD, è stata analizzata l’efficacia evidence based di diversi tipi di interventi di prevenzione tra cui:
• interventi di tipo psicologico e psicosociale
• interventi di tipo farmacologico come l’uso di antidepressivi
• uso di integratori alimentari
• la pratica di attività fisica.

Nello screening della PPD è stata valutata l’efficacia di:
• programmi di screening previsti per la popolazione generale
• programmi di screening per le donne ad alto rischio.

Nel trattamento della PPD sono stati valutati:
• interventi di tipo psicologico
• terapie farmacologiche
• stimolazione cerebrale non invasiva
• trattamenti non convenzionali e complementari.

In sintesi la ricerca Riseup PPD ha evidenziato come, a livello di prevenzione, vi sia una moderata evidenza dell’utilità degli interventi psicologici e psicosociali. La ricerca inoltre evidenzia come sia necessario informare le donne in modo più accurato sulle conseguenze dell’uso di antidepressivi in gravidanza che può provocare problemi in termini di salute sia per la donna che per il bambino.
Lo screening inoltre, secondo i ricercatori, andrebbe poi implementato ed andrebbero garantite a tutte le donne le stesse possibilità di trattamento e di accesso ai follow-up.
A livello di trattamenti psicologici per la Depressione Perinatale, l’unico trattamento con un alto livello di efficacia è la Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale (CBT).

In conclusione


Se le linee guida elaborate dal Riseup-PPD rappresentano un notevole progresso verso un miglioramento della qualità dell’assistenza e una maggior tutela della salute mentale perinatale, tuttavia la loro efficacia è limitata da tre fattori principali:
• disparità nelle conoscenze esistenti e nei dati disponibili tra Paesi e Regioni europei,
• disparità nella disponibilità di risorse locali per la salute mentale perinatale,
• disparità nelle condizioni ambientali e sociali delle donne.
Tener da conto e affrontare queste variabili e le disparità a esse associate è fondamentale per garantire a tutte le donne di ricevere un’assistenza completa e adeguata durante questa fase così delicata della vita.

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